Non basta la cocaina sniffata sui treni, o la sporcizia che perseguita i pendolari. Ora i convogli di Trenord sono anche bersagliati dai rapinatori, che tentano di mettere a segno il colpo quando le carrozze stanno per fermarsi in una stazione, per poi scappare. È successo venerdì sera sul 20.02 da Bergamo per Milano Centrale, trasformato in un teatro di microcriminalità da due complici armati di una bottiglia. Stavolta, a differenza di altri casi, non ha vinto l’indifferenza, perché di fronte alla rapina di un computer i passeggeri hanno reagito e anche il capotreno si è dato da fare, scattando una foto che si è poi rivelata decisiva per l’arresto. Sul 20.02 da Bergamo per Milano, nella serata di venerdì, viaggiava uno studente giapponese, 23 anni, armato di tecnologia. Una volta raggiunto il posto a sedere più comodo ha estratto un MacBook Air, Apple di ultima generazione, elegante, certamente un computer che si fa notare. Non sapeva, però, che nella carrozza vicino alla sua, c’erano anche due giovani albanesi, uno dei quali sarà poi identificato: ventun’anni e con precedenti per furto. Quando mancavano pochi minuti alla stazione di Verdello-Dalmine, lo studente giapponese è stato avvicinato da uno dei due albanesi, che l’ha osservato per alcuni secondi e improvvisamente l’ha strattonato, per poi sottrargli il Mac. Istintivamente la vittima della rapina si è messa a urlare, quando ancora il malvivente stava tentando di divincolarsi.
Ha chiesto aiuto, alle altre persone presenti, che non sono rimaste a guardare. È il caso di un impiegato senegalese, 52 anni, che tornava a casa a Pioltello. Non ci ha pensato un attimo e ha bloccato alle spalle l’uomo che tentava di allontanarsi con il computer sottobraccio. Finché non è spuntato il complice: G. D., 21 anni, che vive in un appartamento di Verdellino, è apparso improvvisamente nel vagone della rapina con una bottiglia vuota in mano. Un colpo alla testa del senegalese, che tratteneva il complice con sicurezza e stava quasi riuscendo a restituire il Mac allo studente giapponese. L’immigrato, ferito, è caduto a terra. E il rapinatore è riuscito ad allontanarsi, proprio mentre le porte del treno, ormai a Verdello, si stavano aprendo. In quel momento, però, sul treno c’è stata una sorta di sollevazione: altri viaggiatori, con l’aiuto del capotreno, hanno soccorso il cinquantaduenne senegalese e sono riusciti a bloccare il complice del rapinatore. Il capotreno ha estratto il telefonino e l’ha fotografato, prima che riuscisse a divincolarsi e a scendere dal convoglio. Si è poi «incastrato» lui stesso. L’albanese ha trovato fuori dalla stazione un uomo che aspettava la fidanzata e gli ha chiesto di essere accompagnato in paese, a Verdello. Poi ha raggiunto la caserma dei carabinieri, tentando di simulare una situazione che, in realtà, non si sarebbe mai verificata, secondo il comando della compagnia di Treviglio: «Non ho fatto nulla, ma sono stato aggredito sul treno».
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