Cècile Kyenge, il ministro che visse due volte. Durante una visita al sinodo dei valdesi a Torre Pellice, in provincia di Torino, il ministro dell'Integrazione racconta un po' della sua vita privata. Si lascia andare ai ricordi e racconta anche qualche episodio della sua infanzia.
"Ero in obitorio" - La Kyenge racconta di aver vissuto momenti terribili subito dopo la sua nascita e di aver incontrato per davvero la morte: "Quando avevo due mesi fui salvata da un medico. Ero in obitorio e un medico mi portò fuori per vedere se davvero ero morta. Da allora tutto quello che mi è successo non credo sia per caso". Insomma a quanto pare la "piccola" Cècile rischiò di morire pochi mesi dopo aver visto la luce. Al punto che i suoi genitori, come lei stessa racconta, "nel dolore la portarono all'obitorio". Ma solo il pronto intervento di un medico riuscì ad evitare alla Kyenge la sepoltura.
Fatalista - Quell'episodio l'ha segnata. Il ministro crede nel fatalismo e dopo aver sfiorato la morte crede "nel fato e nel destino": "Quando guardo alla mia vita vedo tante coincidenze. Ogni momento del mio percorso devo accettarlo, per questo non mi arrabbio mai di fronte agli insulti". Insomma, da quella salvezza insperata tra le braccia di un medico è partita una carriera politica che l'ha portata oggi ad essere una dei ministri più discussi dell'intero governo. Probabilmente però la sua malinconia e i suoi ricordi grigi vengono allietati dalla nuova legge europea che darà l'accesso all'impiego pubblico anche agli immigrati che hanno solo il permesso di soggiorno. Tutto "ha un senso" per la Kyenge... (I.S.)
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