Giorno- Carlino- Nazione
19 Maggio 2009
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NOVE BIMBI SU DIECI SONO STRANIERI, UN ISTITUTO ROMANO CAMBIA NOME. Le elementari «Pisacane» sarannointitolate al pedagogo giapponese Makiguchi Tsunesaburo. I genitori degli alunni italiani insorgono Clandestini, Calto commissariato Onu contro La Russa: «Attacchipersonali e immotivati». Maroni frena il collega: «Mettere fine alla poLemica» DESSO cambia anche il nome. Lascuola elementare romana Carlo Pisacane, balzata alla cronaca per lapresenza massiccia di immigrati che sono Otto o nove su dieci, saràintitolata a un pedagogista giapponese: Makiguchu Tsnesaburo. E'l'ultimo allo di una lunga battaglia che oppone la dirigented'istituto, Nunzia Marciano, al comitato di genitori costituitospontaneamente. Il gruppo presieduto da Flora Arcangeli, parla di«provocazione» e sottolinea che «la scelta di un nome straniero èsolo l'ultimo passo di un disegno che ha portato in Otto anni acreare una scuola di soli stranieri e a isolare gli alunni italiani».Si ricorda il presepe con donne con il burka e i minareti sullamontagna; i manifesti dei centri sociali contro Israele utilizzaticome cappellini per i bimbi. L'elenco è lungo e la polemica accesa. LA PROPOSTA di cambiare nome all'istituto cancellando il ricordodell'eroe risorgimentale, è stata approvata dal consiglio diistituto il 27 aprile anche se il direttore dell'Ufficio scolasticoregionale del Lazio, Maria Maddalena Novelli, fa sapere che "finora non è arrivata alcuna richiesta». Il comitato dei genitori èriuscito a prendere visione dell'atto ma non ha ottenuto che ne fosserilasciata una copia. La Pisacane, a Torpignattara, negli ultimi anniha seguito una politica di integrazione profondamente contestata daigenitori di zona. La presenza degli alunni stranieri è salita viavia fino ad arrivare, con le iscrizioni dell'anno prossimo, al 90%.Questo anche perché, dopo le proteste dei mesi scorsi persollecitare l'applicazione di un tetto massimo neamente si chiama«per l'integrazione». Flora Arcangeli spiega: «Come si fa integrazione se nella scuola i bambini italiani sono pochissimi? Quale tipo di scambio culturale pu avvenire in questecondizioni?». Il comitato si era anche rivolto al ministro Gelmini eil responsabile dell'Istruzione aveva fissato il tetto del 30% dipresenze di bimbi stranieri nelle classi. Ma ci vorranno un paio dianni perché la decisione di viale Trastevere diventi operativa. Nelfrattempo era stato raggiunto un accordo «di rete» tra leistituzioni e il territorio, per un'equa distribuzione degli alunnistranieri nei vari istituti del quartiere. «Cosa che, purtropposottolinea l'assessore comunale Laura Marsilio non è avvenuta». IL TIRA E MOLLA sulle iscrizioni, l'addio definitivo di moltibambini italiani all'istituto e adesso «lo schiaffo» del nome, comelo definiscono i genitori. Duro l'intervento del deputato del Pdl,Fabio Ram- pelli, che ha scritto una lettera al ministro Gelmini. «E'la conferma della volontà di smantellare la scuola italiana. Ladirigente ha allontanato i bambini italiani ignorando un Dpr del Capodello Stato (all'epoca Ciampi) e le tre circolari (Moratti, Fioroni,Gelmini) che imponevano il principio dell'equa distribuzione deibambini stranieri. Ora il cambio del nome. Immaginiamo ladisinvoltura con la quale i ragazzini pronunceranno il nome dellaloro scuola». Ironici e taglienti i commenti da parte della Leganord con la senatrice Irene Aderenti, mentre da viale Trastevere sifa sapere che il ministro «sta valutan do». La Gelmini ha giàvalutato, invece, la proposta del collega Zaia di rendereobbligatorio lo studio dei dialetti: «Credo che a scuola si debbanoapprendere le materie fonda- me n t a - li». POLEMICA Insorgono PdI e Lega «Così si smantella la nostracultura» ATA In classe quasi tutti immigrati: la scuola cambia nomeRomq, l'idea di intitolare le elementari Pisacane' a un pedagogistagiapponese fa infuriare i genitori dei bimbi italiani di SILVIAMASTRANTONIO di presenze straniere nelle classi, molte famiglie hannospostato i ROMA propri figli. Il comitato nato sponta *** Rampelli,fondame
di Mastrantonio Silvia
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